Conversazione con il Dott. Gabriele Santarelli, Sindaco di Fabriano e Delegato per il Parco, in occasione della 51° Giornata Mondiale della Terra del 22 aprile 2021
Togni: Essendo ospiti del Parco, conosciamo la bellezza dei luoghi e la ricchezza delle risorse, ma quali sono gli elementi della sua unicità?
Gabriele Santarelli: Il nostro Parco è uno scrigno di biodiversità incastonato in un Paese che ne è già molto ricco: potremmo dire che l’Italia è unica al mondo sotto questo aspetto.
Nel suo piccolo, con i suoi 10.000 ettari il nostro Parco contiene a sua volta biodiversità notevoli.
Intanto la presenza fondamentale dell’acqua è già in se’ un carattere peculiare, dato che le due gole da cui il Parco prende il nome sono state proprio scavate dall’acqua.
La conformazione di queste due gole fa sì che si sviluppino microclimi particolari che consentono lo sviluppo di una vegetazione variegata, con alcune specie che sono presenti solo qui da noi, e anche di varietà di fauna che altrimenti non potremmo avere: dai rapaci, compresa l’aquila, a specie più tipiche dei climi umidi.
T: Un’altra particolarità è costituita dalla presenza nel territorio del Parco di centri abitati con il loro tessuto culturale, sociale ed economico.
GS: È un parco vivo, con insediamenti anche importanti che non costituiscono un ostacolo, anzi rappresentano un valore aggiunto, perchè l’opera dell’uomo in questo caso aiuta la biodiversità. Per esempio, le praterie in alta quota che consentono ai rapaci di cacciare sono state create dall’uomo.
Quindi il nostro visitatore ha la possibilità di godere della natura, della bellezza dei paesaggi, e anche della storia e dell’arte rappresentati da questi piccoli borghi e dalle vestigia disseminate ovunque.
Il futuro del Parco, secondo noi, deve essere sempre più aggregativo e inclusivo.
Dal mio insediamento, nel 2017, ho cominciato a lavorare perchè il Parco non sia solo tutela della biodiversità, ma vera occasione di sviluppo, e punto di riferimento per un territorio più vasto, includendo i Comuni circostanti anche se non sono tecnicamente parte dell’area del Parco stesso. Abbiamo trovato molta sensibilità sotto questo aspetto, per cui abbiamo potuto man mano allargare e avviare molte proficue interazioni con altre realtà, come il Distretto dell’Appennino Umbro Marchigiano o il Pesarese.
T: Secondo Lei c’è davvero una nuova richiesta di natura, se possiamo chiamarla così, forse anche stimolata dalla recente situazione pandemica?
GS: C’è un dato interessante oltre che curioso: nel suo ultimo paniere, l’Istat ha inserito le scarpe da trekking, il che conferma quello che abbiamo rilevato la scorsa estate, quando siamo stati sorpresi da un numero di turisti che mai ci era capitato di accogliere prima di allora. E tutti i segnali che stiamo cogliendo ci dicono che anche quest’anno ci sarà un grosso afflusso, soprattutto di pubblico italiano.
Sarà importante farsi trovare pronti per il dopo pandemia, speriamo nel 2022, perchè si sta risvegliando fortemente l’interesse dei Paesi del Nord Europa, particolarmente sensibili ai temi che offriamo qui.
T: Come risponde il Parco a questa esigenza?
GS: Dal punto di vista turistico abbiamo un’offerta ben articolata, con una rete sentieristica molto sviluppata che soddisfa le esigenze di tutti, dal trekking per i più esperti, alle pareti per arrampicata, alle passeggiate in relax e per famiglie. E stiamo lavorando per aggiungere percorsi specifici per le esigenze di altri tipi di fruizione, come bike ed equestre.
Abbiamo anche costituito un albo delle guide, in modo che chi lo desidera possa contare su un accompagnatore esperto e formato appositamente, non solo per garantire la sicurezza dei visitatori, ma anche per raccontare il territorio e offrire un’esperienza più affascinante e più completa.
È possibile prenotare online, e trovare anche escursioni particolari, che abbinano la natura alla possibilità di scoprire i prodotti del territorio, dalla gastronomia all’artigianato che qui è molto ricco e fiorente, e come vengono realizzati, con la collaborazione delle aziende che si aprono ai visitatori.
Anche grazie al Paniere del Parco che abbiamo creato, una sorta di albo delle attività e delle filiere locali, che partecipano alle fiere e agli eventi in cui siamo presenti, e che hanno potuto così conoscersi e far rete in modo nuovo, trovando e sviluppando anche collaborazioni inedite fra di loro.
T: Come si pone il Parco nei confronti delle innovazioni digitali?
GS: Sicuramente è importante che chi si approccia al Parco possa farlo con tutti gli strumenti digitali a disposizione.
Noi stiamo rinnovando completamente il sito, perché sia sempre più in linea con le nuove esigenze, anche se manteniamo in cartaceo le mappe e le guide tematiche, di cui c’è sempre molta richiesta.
Stiamo inoltre creando una piattaforma che raccolga, come dicevo prima, operatori e aziende locali per definire nel modo più ampio possibile l’offerta di accoglienza, dall’alloggio ai servizi, dai percorsi naturalistici e culturali ai prodotti della gastronomia e dell’artigianato, perchè chi programma una visita da noi abbia un panorama completo della vasta gamma di opportunità che l’area può offrire.
Non dobbiamo dimenticare peraltro che i mezzi digitali ci hanno permesso di dare continuità a Parco Anch’Io, il programma dei nostri eventi, come incontri con scrittori o piccole rappresentazioni teatrali, che di norma sono itineranti nel territorio del Parco, e che nell’ultimo anno si sono dovuti svolgere online, e hanno avuto molto successo.
T: Vogliamo tornare all’acqua, con cui Lei stesso ha cominciato questa nostra conversazione? Come sa, per noi è un interesse primario...
GS: Come abbiamo già detto, la presenza dell’acqua è molto importante per noi. Ha forgiato, e con un ciclo affascinante continua a forgiare il nostro territorio, lo unisce al di là dei confini amministrativi, e da sempre rappresenta la ricchezza del Parco perchè è quella che garantisce la biodiversità. Il fiume Sentino attraversa tutto il Parco e con i suoi affluenti i Comuni che ne fanno parte, e ha influenzato molto la storia del luogo, basti pensare all’industria della carta di Fabriano famosa nel mondo. Vogliamo trovare nuovi modi di raccontare questa storia meravigliosa.
T: Abbiamo parlato dell’oggi e del domani. E il dopodomani?
GS: È difficile immaginare che cosa ci riserverà il futuro, l’esperienza di quest’ultimo anno ce lo ha dimostrato, ma sicuramente il Parco proseguirà nella sua missione di salvaguardia della biodiversità e delle risorse, anche socio-culturali, e nel suo ruolo di catalizzatore e aggregatore per un continuo sviluppo, anche anticipando temi e tempi, e anche, speriamo, allargando i suoi confini.