Territorio

Un anno vissuto pericolosamente - parte 2

6 luglio 2021

Amedeo Griffoni - Speleologo per una vita

Eccoci arrivati alla seconda ed ultima parte del nostro racconto. Per chi si è perso la prima parte è la storia della scoperta di una nuova grotta; eravamo rimasti che si intravedeva una comunicazione ma ancora non eravamo sicuri di scavare dalla parte giusta. In questa seconda ed ultima parte del racconto scopriremo una galleria sepolta da millenni che verrà riaperta, non senza fatica, dai tre speleologi, così da premettere l’accesso alla “Caverna delle Meraviglie”. Ma quello che la natura consente di vedere va conservato e quindi, questo stretto passaggio ora è chiuso con un cancello. Ma ascoltiamo le parole di chi ha vissuto queste emozioni:                            

“Penetrati tra i blocchi in parte rimossi si cercò un contatto tra il piccolo ambiente ricavato dallo scavo e la Grotta Bella al di là della frana. Per questo abbiamo utilizzato il contatto radio e successivamente dei lunghi fili di ferro infilati nelle fratture. Infine nel dicembre 2018 fu confermato il contatto quando lo speleologo Antonio Piazza dal lato della Grotta Bella e lo speleologo Luca Pieroni dal lato della condotta sentirono le loro voci e nel buio la luce fioca dei caschi tra i massi. La gioia era incontenibile. Si valutò anche che la distanza che li separava era di almeno 6 metri di detriti. Successivamente, tramite scavi mirati a parete siamo riusciti a definire dove precisamente scavare. Se avessimo scavato a caso in direzione di contatto, avremmo trovato rocce imponenti e la nostra missione sarebbe fallita. Il punto preciso dove iniziare a scavare fu individuato quando Antonio, dal lato Grotta Bella, riuscì a vedere e toccare la cima del filo di ferro che a monte aveva infilato Luca, definendo così la linea di scavo. Successivamente, nel gennaio 2019 si apriva definitivamente e si percorreva un angusto passaggio tra le due cavità. Di la ci attendevano, nel silenzio, saloni ricoperti di cristalli e acque che si perdevano nel buio profondo. Uno spettacolo inimmaginabile.

                                                                                                                                                                           

Da subito ci si è resi conto che sistemare il passaggio sarebbe stato un lavoro lungo e non senza difficoltà. Il pendio acclive di frana nella parte alta era tale che ogni movimento di materiale in basso causava un crollo ed un nuovo riempimento dei ciottoli e massi soprastanti. Si è deciso così di ricorrere a paratie in metallo e legno ed all’uso di tubi di tipo “Innocenti” (da cui il nome “Condotta degli Innocenti”!), materiale che con grande fatica, attraverso gli ambienti della Grotta del Fiume, è stato trasportato fino all’ingresso della condotta in divenire. Si lavorava a ritmi serrati, mentre fuori nevicava noi passavamo le ore, anche notturne, a estrarre massi e pietrame nel “calduccio” (15°C) della “nostra” grotta.  Fortunatamente non è stato necessario scavare la roccia in posto ma solo i ciottoli  della frana che sono stati portati nella grande “Sala del Giornale”, dove già insisteva un cumulo di pietrame. Si è ottenuto così uno stretto passaggio in discesa, percorribile solo da speleologi, verso la parte apicale di una frana che riempe la zona alla destra del primo salone. Questa era la parte finale della Grotta Bella, ora un unico ambiente con la Grotta del Fiume. Il camminamento in frana abbandonato, soprastante alla condotta, conduce sicuramente verso l’esterno, fatto testimoniato dalle radici presenti nella sua parte più alta. Questa galleria ha una lunghezza di circa 12 metri, un’acclività di oltre il 70 % e il pavimento costituito da ciottoli incoerenti. Attualmente il passaggio a questo ambiente superiore è ostruito da grossi massi e quindi non è possibile accedere dall’esterno: gli ambienti sono ulteriormente preservati! Dai sopralluoghi effettuati è stata comunque individuata la zona dove si trova questa probabile uscita, cioè nel bosco soprastante la “Sala della Croce” nella Grotta del Fiume. All'inizio della condotta un cancelletto con lucchetto impedisce che “cacciatori di minerali” o semplicemente vandali possano danneggiare la bellezza della “Caverna delle Meraviglie”.

                                                           

Qui finisce la nostra storia che spero vi abbia appassionato! La speleologia è anche questo, caparbietà oltre ogni limite, fatica, lavoro di squadra, meraviglia e tanta, tanta passione!

                                  

Se ti sei perso la puntata precedente clicca qui

Rubrica: Alla scoperta del territorio con gli esperti a cura di Amedeo Griffoni